Le tre aree sulle quali un operatore turistico dovrebbe investire nei prossimi cinque anni



1. Tecnologia. Quando si parla di tecnologia applicata al mondo dell’hospitality (o a qualsiasi altro settore), ci si riferisce ad un insieme di strumenti talmente ampio, da rendere praticamente impossibile impostare un discorso che possa essere contenuto in poche righe. Ecco perché qui mi concentrerò soltanto su una nuova invenzione: l’Internet of Things.
Con questo termine ci si riferisce alla connessione che oggi lega molti oggetti di uso quotidiano, formando una vera e propria intelligenza onnipresente. Nel prossimo futuro, l’IoT connetterà tramite un sistema integrato tutti gli oggetti, consentendogli di comunicare fra loro e con gli esseri umani. Nel campo dell’ospitalità, questa tecnologia consentirà la creazione di una serie di nuovi servizi: per farcene un’idea, analizziamo come migliorerà la routine mattutina di un ospite. Anzitutto, la sveglia della camera si connetterà con il suo calendario personale, impostando l’allarme al giusto orario; dopodiché, una volta sveglio, le tende si apriranno automaticamente. Quando l’ospite entrerà nella doccia, la macchina del caffè si accenderà da sola e, nel momento in cui egli uscirà e starà bevendo il caffè, la TV si sintonizzerà sul suo notiziario preferito. Tutto questo migliorerà di molto la customer satisfaction, ma consentirà allo stesso tempo di ridurre i consumi energetici dell’albergo. Infatti, installando un sistema di gestione automatizzato, oggi è possibile risparmiare più del 30% sul condizionamento in estate, fra il 15% e il 20% sul riscaldamento in inverno, e più del 15% sul consumo di energia elettrica totale.


2. Legame con l’ambiente e la cultura del luogo. A livello globale, il “vivere come i locali” sta diventando un’attrazione sempre più presente in ambito turistico. Infatti, in molti oggi sono alla ricerca di esperienze autentiche, ragion per cui numerosi tour operators offrono la possibilità di andare alla scoperta di “bellezze nascoste”: ovvero luoghi lontani dai soliti itinerari turistici. Prendendo come esempio i turisti americani che hanno compiuto viaggi oltreoceano nel 2014, il 46% di loro ha visitato piccole città e villaggi, il 33% è andato alla scoperta di luoghi dal forte valore etnico/culturale e l’8% ha compiuto tours naturalistici/ecologici. Secondo Peter Richards, il market share europeo per le vacanze aventi come obbiettivo principale il turismo CBT (community-based tourism) è pari al 2-4%; mentre il 20-40% degli europei è interessato a effettuare escursioni di natura CBT durante altri tipi di viaggio. Se dunque per un tour operator è oggi di fondamentale importanza offrire viaggi orientati sulla componente culturale delle varie destinazioni, lo è altrettanto per un albergo il riuscire a trasmettere questa componente ai propri ospiti (tramite il cibo, gli arredi, l’offerta di attività, il personale impiegato ecc.)


3. Salute e benessere. Il mondo sta “invecchiando” sempre di più: nel 2015, gli over 60 a livello globale erano 901 milioni, che paragonati ai 607 milioni registrati nel 2000, erano aumentati del 48%. Entro il 2030, la quantità di persone nel mondo di età superiore ai 60 anni crescerà del 56%, arrivando a contare 1,4 miliardi di individui. Nonostante questo possa indurre a pensare che di conseguenza aumenterà anche la spesa mondiale per trattamenti curativi, molte ricerche indicano che questa invece diminuirà in favore di un aumento della spesa in trattamenti preventivi. Infatti, fra la spesa sanitaria mondiale, la prevenzione rappresentava il 5% del totale nel 2007; ma si presume che nel 2025, essa arriverà a costituire il 22%. In ambito turistico/alberghiero, tutto questo porterà ad una crescente domanda di cibo salutare, di camere libere da agenti allergenici e di trattamenti mirati alla salute fisica e mentale.

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